Le Malattie Senili

Malattie seniliLa terza età viene considerata il periodo degli acciacchi e della malattie a alcune di esse portano l’anziano a perdere la propria autosufficienza.

Pur potendo specificare quali sono le malattie più frequenti nella terza età è importante sottolineare che nessuna è appannaggio esclusivo dell’anziano.

Il diminuire della “Capacità Omeostatica”

In realtà ciò che si evidenzia col trascorrere degli anni è il modo di reagire dell’organo colpito e dell’organismo nella sua interezza. Infatti si insinua un turbamento generale del soggetto colpito da malattia, come esito della difficoltà di tornare allo stato iniziale. Diminuisce quella che, in gergo tecnico, viene denominata capacità omeostatica.

Il processo di diminuzione della capacità omeostatica è quindi naturale ed inevitabile, come dire che, a tutt’oggi… la vecchiaia è ancora l’unico sistema che si sia trovato per vivere a lungo!

Malattie Senili più frequenti

  • Diabete Mellito: il diabete mellito è una condizione caratterizzata da un patologico aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. Responsabile di questo fenomeno è un difetto assoluto e relativo di insulina, ormone secreto dalle isole di Langherhans del pancreas ed indispensabile per il metabolismo degli zuccheri. Si ritiene normale la glicemia fino al valore di 110 mg/dl, i valori compresi fra 110 e 125 definiscono la condizione di alterata glicemia a digiuno. Valori di glicemia uguali o superiori a 126 mg/dl, sono sufficienti secondo l’ American Diabetes Association a porre diagnosi di diabete. La vera spada di Damocle del diabete sta nel rischio che la sua patologia possa degenerare nelle “complicanze”, spesso legate alla durata e al compenso metabolico. Gli organi di bersaglio sono l’occhio, il rene, il sistema nervoso ed il sistema cardiovascolare. Il disturbo oculare si presenta come responsabile della perdita o di una grave riduzione della vista. Altra complicanza è la nefropatia diabetica, che colpisce il rene al punto che questo organo non filtra adeguatamente le scorie del metabolismo degenerando sino al punto da richiedere il trapianto del rene. La neuropatia è invece una malattia del sistema nervoso e si presenta sotto forma di intorpidimento e formicolio degli arti, dolori tipo crampo ai polpacci con conseguente comparsa di ulcerazioni alla pianta dei piedi.

 

  • L’Arteriosclerosi: colpisce il sistema circolatorio ed è caratterizzata da alterazioni a livello dei vasi arteriosi. Tali alterazioni sono causate dall’accumulo di materiale lipidico, prevalentemente costituito da grassi neutri, colesterolo ed esteri di colesterolo, situato nello spessore della parete arteriosa e accompagnata da sclerosi, cioè indurimento con conseguente perdita di elasticità. Sono prevalentemente colpite le grandi arterie di tipo elastico: quindi l’aortica e le arterie polmonari con le loro principali diramazioni dove i lipidi vanno a formare granuli e gocciole, ora raccolte in cellule di tipo istiocitario che assumono un aspetto schiumoso, ora liberi nella sostanza fondamentale tra le fibre elastiche collagene nell’intima. Questi accumuli tendono a confluire tra loro negli imbocchi collaterali delle arterie andando a comporre quelle che vengono denominate placche ateromatose o ateromi. Associate alla formazione di accumuli di lipidi l’arteriosclerosi è caratterizzata da altre alterazioni come: la comparsa di depositi calcarei (sali di calcio) in corrispondenza delle placche e l’inspessimento connettivo della parte interna, detta intima, delle arterie. Così questa patologia è destinata a peggiorare col passare del tempo ed ha conseguenze irreversibili e gravi.

 

  • L’Infarto del miocardio: molto frequente ha esiti, la maggior parte delle volte, mortali. L’infarto del miocardio è rappresentato da una necrosi , cioè  morte di una porzione di tessuto, della muscolatura cardiaca ed è dovuta all’occlusione di un’arteria coronaria di grosso, medio o piccolo calibro. La sede più frequente dell’infarto è nella zona sinistra del cuore, in corrispondenza della zona irrorata dal ramo discendente della coronaria sinistra. Può essere anche localizzato in corrispondenza del margine laterale del ventricolo sinistro, in conseguenza dell’ occlusione del ramo circonflesso della coronaria sinistra, oppure nel territorio di distribuzione della coronaria destra, cioè a livello della metà posteriore del setto e della metà posteriore del ventricolo sinistro. La zona necrotica è riconoscibile, per modificazione di colore e cellulari dalle 6 ore successive al fatto e le alterazioni vanno, via via che passano le ore, ad essere più definite a livello macroscopico. Col tempo la zona lesa del muscolo cardiaco si cicatrizza. Ci vogliono mediamente 4-5 settimane per gli infarti con dimensioni limitate e fino a 2-3 mesi invece per quelli più voluminosi. Può accadere alle volte che il tessuto cicatriziale sia così spesso da formare una sorta di callo che rischia di cedere sotto la pressione sanguigna e dar luogo così ad un evento mortale che si chiama emopericardio. Questo evento accade quando il tessuto si lacera e va a formarsi una sacca di sangue fra i due foglietti del pericardio (membrana che circonda il cuore).

Malattie senili

  • L’Osteoporosi: che in maniera massiccia colpisce la popolazione femminile, è un’alterazione degenerativa delle ossa, caratterizzata da una diminuzione del tessuto osseo. Questa patologia colpisce anche gli uomini ma le donne, come si è detto, a causa degli squilibri ormonali derivanti dalla menopausa, la manifestano più precocemente. Il comparire di sintomi di dolore alla colonna vertebrale è legato alla presenza di microfratture, che possono portare al crollo dei corpi vertebrali. Negli stadi più avanzati della malattia, può addirittura accadere che sia sufficiente sollevare male un peso o inciampare mentre si cammina per provocare la frattura del collo del femore. La terapia, che però non è in grado di curare l’osteoporosi, ma solo di rallentarne il processo, si basa sulla somministrazione di calcio.

 

  • Patologie neurologiche: che portano ad un decadimento mentale come Alzheimer e Parkinson.  Sia l’Alzheimer che il Parkinson rientrano nella macrocategoria denominata Demenze cioè perdita di capacita cognitive ed intellettive a causa di processo neurodegenerativo. Fra di loro si distinguono per l’area interessata dalla degenerazione. Nell’Alzheimer è interessata l’area subcorticale, mentre nel Parkinson quella sottocorticale. Ovviamente, essendo interessate aree diverse del sistema nervoso centrale i sintomi soprattutto all’esordio sono diversi. Oltre all’Alzheimer ed al Parkinson vi sono altre innumerevoli forme di Demenza e col passar del tempo spesso riesce difficile discriminare fra un tipo e l’altro per la similarità di sintomatologia ed il fatto che spesso si sovrappongono. La malattia di Alzheimer, di cui purtroppo si sente spesso parlare, è una malattia del sistema neurologico che insorge per una diffusa distruzione dei neuroni che controllano le funzioni superiori della corteccia cerebrale. Tale perdita incide sulla memoria, l’attenzione e la concentrazione e, negli stadi più avanzati, chi ne è affetto diventa incapace di parlare e, in seguito, anche di comprendere, di riconoscere le persone e gli stimoli esterni. I comportamenti si modificano e la persona non è più in grado di svolgere le più semplici mansioni quotidiane. Questa forma di demenza, che si protrae per circa dieci anni, attraversando più livelli, non porta di per sé alla morte, ma è spesso il ventaglio delle possibili complicazioni, quali la malnutrizione, le infezioni, le polmoniti e le patologie cardiocircolatorie, a determinarla. La Mallattia di Parkinson invece è una patologia degenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale che vede la morte delle cellule che sintetizzano e rilasciano la dopamina. Tali cellule si trovano nella substantia nigra, una regione del mesencefalo.
  • Le Malattie Respiratorie: Le malattie polmonari hanno una forte incidenza tra le persone anziane e rappresentano circa un terzo delle cause di ospedalizzazione. Talvolta, queste affezioni sono strettamente collegate a una malattia cardiaca. La polmonite è un’ affezione che aumenta con l’età a causa del deterioramento dei sistemi di difesa e delle cellule ciliate dell’albero bronchiale. Più che i sintomi abituali della polmonite (tosse, dolore, febbre), il malato anziano accusa spesso le conseguenze della malattia. Fra gli anziani molto diffusa è la bronchite cronica come esito di aggressioni ripetute dell’apparato respiratorio; colpisce soprattutto le persone sopra i 60 anni. L’enfisema è favorito dall’età e dalla lenta distruzione delle fibre elastiche del tessuto polmonare e bronchiale, sostituite da fibre cicatriziali rigide. L’evoluzione dell’enfisema è lenta e porta a una forme di bronchite cronica con ostruzione permanente dell’albero bronchiale. Queste due affezioni possono essere complicate dall’asma, meno frequente ma possibile nei soggetti anziani. Parlando di malattie respiratorie in età senile è doveroso fare una riflessione. Ogni affezione polmonare si ripercuote in misura diversa sulle funzioni cardiache e cerebrali, sensibili a qualsiasi variazione del livello sanguigno di ossigeno e anidride carbonica, che viene stabilito a livello dell’alveolo polmonare. Se una malattia polmonare viene trascurata, la vita del paziente può essere messa in pericolo. A un livello meno grave, la riduzione dell’apporto di ossigeno e soprattutto l’accumulo di anidride carbonica nel sangue possono modificare il comportamento e l’umore, alterando la funzione dei neuroni.

L’Assistenza Sanitaria e le Malattie della vecchiaia

L’attuale situazione della sanità e l’incertezza sulle risorse disponibili ed erogabili rendono incerta la possibilità di assistere e curare adeguatamente le centinaia di migliaia di anziani affetti dalle “malattie della vecchiaia” – Malattie neurodegenerative ad andamento cronico che renderebbero necessaria una adeguata ed efficace continuità assistenziale.

Non si sa con compiuta precisione dove esista e come funziona tale assetto di continuità assistenziale, anche in questo caso con progetti frammentati, disomogenei, e scarsamente valutati.

È comunque inadeguato o inesistente in alcune regioni il “mitico” coordinamento tra servizi sanitari e servizi sociali che non si è ancora riusciti a realizzare e che appare frammentato da una regione all’altra ed inidoneo ad essere gestito su vasta scala, ovviamente anche per mancanza di risorse.

Considerando che la nostra è una società senile sarebbe auspicabile fosse anche civile al punto da assicurare a coloro che hanno lavorato una vita e pagato le tasse l’adeguata assistenza che gli spetta. Sappiamo che per ora è un’utopia ma non dobbiamo mai dimenticarci di tutti coloro che non hanno voce, che non disturbano solo perché ha non ne hanno la possibilità o non hanno più le forze.

Dott.ssa Elisa Moro

Fonte immagini: www.oggisalute.it, www.aquilatv.it

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