La floriterapia è una terapia annoverata fra quelle denominate “alternative” o “non farmacologiche. Essa considera l’individuo nella sua globalità ed unicità: Anima, Mente e Corpo. Non è importante quale sia il sintomo che si presenta, ma come viene vissuto dalla persona.
La floriterapia non cura quindi la malattia, ma gli stati d’animo e le reazioni agli eventi delle persone. Esempio: come reagiamo ad un determinato avvenimento: con rabbia, paura, indifferenza, scoraggiamento, ecc. La risposta che diamo all’evento o al sintomo ci indica quali fiori ci saranno utili in quel momento.
La floriterapia non è una terapia medica, ed i fiori non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull’organismo, ma agiscono solo sugli stati d’animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive.
L’essenza del fiore aiuta a realizzare la virtù opposta. Se per esempio l’emozione è la paura il fiore mira a sviluppare il coraggio. La più diffusa e conosciuta forma di floriterapia è quella sviluppata dal dr. Edward Bach. L’innovazione che il dr. Bach apportò fu di superare l’uso delle piante in toto e scoprire le qualità sottili dei fiori, come portatori di messaggi.
Perché il fiore? Perché nel fiore è racchiuso tutto il potenziale della pianta stessa. Le radici, il fusto e le foglie racchiudono la parte più materiale e già manifesta, mentre il seme ancora non manifesto, riassume in esso tutte le caratteristiche peculiari della pianta, permettendo la sua riproduzione. Il fiore è il ponte, il legame che simbolicamente e materialmente collega queste due parti.
dott.ssa Elisa Moro
Domani 02 Aprile si celebra la “Giornata mondiale dell’Autismo”. Questa è una sindrome poco conosciuta ma che è in costante aumento e, a tutt’oggi, si stima che colpisca 1 bambino su 100. Nonostante l’Autismo coinvolga, solo in Italia, 400 mila famiglie, la nostra società sembra cieca e non fornisce tutela a chi è colpito da questa terribile sindrome.