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“Aide-Auser laboratori attivi mente, corpo ed emozioni alla quarta edizione”

img_0825Da mercoledì 10 ottobre 2018 dalle ore 15,00 alle ore 16,30 sono ripresi presso la Palestra Antonicelli di Bellavista i “Laboratori Attivi mente, corpo ed emozioni”. Nati quattro anni fa dalla collaborazione tra lo staff del Centro AIDE e l’associazione AUSER Argento Vivo di Ivrea, i laboratori sono stati un vero e proprio successo dal punto di vista dei risultati ottenuti da tutti i partecipanti.

Certamente ogni nuova attività ha bisogno del suo tempo per strutturarsi, per vincere le titubanze e per superare le difficoltà emotivo relazionali che possono insorgere all’interno di ogni gruppo di lavoro. Quando però pian piano ci si rende conto che ci si “diverte lavorando”, che un minimo di attività fisica aumenta la nostra sicurezza nel movimento quotidiano riducendo gli stati d’ansia, che l’aprirsi ai membri del gruppo aiuta a superare i blocchi emotivi e che si possono creare e consolidare nuove amicizie, ecco che lavorare insieme non diventa più una difficoltà, ma una necessità.

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Non soltanto tutti i partecipanti attraverso il lavoro di stimolazione cognitiva hanno imparato l’importanza di allenare quotidianamente l’attenzione, la memoria, lo sviluppo di strategie utili ad affrontare in modo diverso la vita quotidiana, ma hanno consapevolizzato che il lavoro di rinforzo quotidiano di queste abilità è fondamentale nell’evitare un precoce decadimento fisico e cognitivo.

Invitiamo quindi tutti coloro che abbiano il desiderio di condividere con noi quest’esperienza di contattare il Centro AIDE (0125-627295) o la segreteria della sede Auser  di Ivrea (0125-633345).

Vi aspettiamo!!!!

MCristina Raga

10 Settembre ore 20.30… serata informativa dell’equipe AIDE a Settimo Vittone

©-LOCANDINA“Alzheimer e Demenza Senile: da malattia a fenomeno sociale”

 L’equipe AIDE torna sul campo proponendo due serate informative di approfondimento sul Morbo di Alzheimer e la Demenza Senile.

La prima serata avrà luogo mercoledì prossimo, 10 settembre, alle ore 20.30 presso la Sala Consiglio del Comune di Settimo Vittone (To).

La serata verrà dedicata ad illustrare la sintomatologia, la modalità d’insorgenza, l’eziologia di tali patologie.

Interverranno:

• Dott. Piersandro Bertoldo, medico di medicina generale

• Dott.ssa Paola Bertone, geriatra

• Dott.ssa M. Cristina Raga, psicopedagogista responsabile Centro AIDE

• Dott.ssa Elisa Moro, psicoterapeuta nutrizionista

•Dott. Massimo Giugler, psicologo conduttore gruppi A.M.A.

• Prof. Bruno Bettagno, chinesiologo esperto in ginnastica rieducativo-motoria e Core-Training

• Luisa Danieli, formatrice e leader dello Yoga della Risata

• Dott.ssa Cristina Zoppo, musico-terapista

•Artista Galliano Gallo, laboratorio di arte-terapia

Molti quindi gli interventi proposti, diversi i professionisti, ognuno capace di dare il suo apporto per  migliorare la conoscenza di un fenomeno in così grande aumento.

Malattie invalidanti per chi ne è colpito e per chi è al suo fianco. Difficile capire, difficile gestire le emozioni in un quotidiano sconvolgimento che sfugge ogni controllo.

C’è una frase che racchiude il senso di questo ritrovarsi a parlare insieme:

“Le strade per raggiungere l’interiorità di ogni essere umano sono infinite, l’importante è conservare la forza di percorrerle.”

Noi lavoriamo ogni giorno per sostenere le famiglie a mantenere la forza e per diagnosticare il più precocemente possibile l’insorgere di queste malattie.

Crediamo anche che la conoscenza sia il primo passo verso il prendere coscienza e quindi verso la possibilità di chiedere e ricevere il giusto aiuto.

Per questo vi aspettiamo numerosi, solo insieme a voi possiamo far si che mai accada più di dimenticare chi dimentica.

In allegato trovate il volantino pubblicitario delle due serate.

Per altre informazioni:

Centro AIDE

Corso Massimo d’Azeglio 5

10015 IVREA (To)

Tel. 0125 627295

Cell. 335 5488027

info@centroaide.it

www.centroaide.it

dott.ssa Elisa Moro

Senza-titolo

 

 

 

 

 

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Concetto di malattia per Edward Bach

04.03.0001.P-13-11-08_FioriBach-1-9Secondo Bach la malattia all’origine non è un disturbo a livello fisico, bensì il risultato di uno squilibrio tra le scelte compiute con la mente e i desideri del cuore, a un livello più sottile. Tale squilibrio, alla lunga inascoltato, genera un sintomo nel fisico del quale la persona è costretta a occuparsi in quanto le causa dolore. Seguendo invece il proprio intuito e istinto si compiono quelle scelte armoniche che permettono al corpo di rimanere in salute.

Bach sostiene che a presiedere ogni disturbo fisico vi siano paure, preferenze personali ed emozioni. Esattamente un’emozione negativa è all’origine di ogni disturbo psicosomatico: guarendo la mente, il corpo seguirà.

Sulla base di tali principi Bach identificò trentotto rimedi floreali, corrispondenti ad altrettanti tipi di emozione, la cui «energia» entra in vibrazione con l’energia umana ed è in grado trasformare l’emozione negativa nel suo tratto positivo. Lungi dall’«eliminare» l’emozione, la terapia si propone di «trasformarla» al fine di rendere migliore e più «armonico» il soggetto.

A titolo d’esempio, una persona egocentrica e a tratti egoista, trattata secondo la terapia di Bach sarebbe in grado di rendersi conto che una parte di sé è capace di dedicarsi agli altri con generosità, sì da ripristinare lo «stato armonico» tra mente e cuore, ed eliminando il sintomo fisico di malessere.

dott.ssa Elisa Moro

 

Chi era Edward Bach

04.03.0001.P-13-11-08_FioriBach-1-3Edward Bach nacque il 24 settembre 1886, nel Galles, di cui la sua famiglia era originaria. Fin da giovane amava interessarsi alla natura e mostrava la sua forte sensibilità di fronte alla sofferenza di tutti gli esseri, tanto che ben presto decise di diventare medico. Riuscì nel 1912 a laurearsi presso l’Università di Birmingham.

Iniziò a lavorare a Londra, ed essendo a contatto con la sofferenza quotidianamente, si accorse però, che la medicina “ufficiale” allopatica non riusciva ad andare oltre l’aspetto sintomatico del problema, la sua attenzione era sempre rivolta alla malattia e mai verso il malato.

Notò sempre più le differenze di approccio che ciascun individuo aveva con la malattia, nonostante i sintomi, ognuno reagiva emotivamente in maniera diversa dall’altro di fronte al problema. Sempre meno contento dei risultati della medicina sintomatica si avvicinò, allora, alla medicina omeopatica. Anche in questo settore non rimase ad osservare, interessandosi in particolar modo all’aspetto della tossiemia intestinale.

Nel 1917 a causa di un’emorragia, fu operato urgentemente con successo. Ciò nonostante, gli fu detto che gli rimanevano solamente pochi mesi di vita a causa di una grave malattia, si buttò allora completamente nel suo lavoro, notte e giorno senza pensare ad altro, convinto che un interesse e un ideale nella vita siano migliori di qualunque cura, tanto che non ne fece alcuna.

04.03.0001.P-13-11-08_FioriBach-1-4Sentiva il bisogno di trovare un metodo basato sull’individuo, semplice e naturale, utilizzabile da chiunque. Continuò così a lavorare ai suoi interessi, scoprì i sette nosodi, (tipi di vaccini omeopatici) che tutt’oggi sono ancora usati da alcuni omeopati. Notò che ad ogni gruppo dei nosodi, si poteva ricollegare un tipo di personalità, iniziò così a prescriverli in base a questa sua osservazione e ciò gli fece ottenere un buonissimo successo. Ma anche questo non lo soddisfaceva, cercava dei rimedi sempre più naturali, pensò che alcune piante potevano sostituirsi ai nosodi (ottenuti, invece, da batteri intestinali).

Dietro queste osservazioni decise allora di chiudere il suo avviatissimo studio medico di Londra e dedicarsi alla ricerca di un metodo per la cura dei problemi umani. Nel 1929 si trasferì nel Galles. Girò moltissimo nelle campagne di questa regione, affinando la sua innata sensibilità.

E come un vecchio erborista sentì, provando e riprovando, che alcune piante avevano delle stupende virtù terapeutiche sullo stato d’animo umano. Nella scelta delle piante non tenne conto delle piante velenose e di quelle coltivate.

Intuì che alcuni fiori trasmettevano attraverso la rugiada, o l’immersione nell’acqua delle virtù terapeutiche uniche. Scoprì dapprima 12 fiori, che costituirono i primi 12 “guaritori”, così come furono chiamati dallo stesso Bach, e poi tutti gli altri attualmente conosciuti.

Iniziò immediatamente a proporre questo suo metodo ai suoi pazienti e sempre più felice della sua scoperta decise che questo metodo doveva essere conosciuto da tutti, e si prodigò enormemente nella sua diffusione.

Negli ultimi anni della sua vita ebbe molto da fare per proporre a chiunque di imparare il suo metodo (anche a non medici), tanto che per questo fu accusato molte volte dalla classe medica. Per tutta risposta Bach scrisse che considerava un onore insegnare a chiunque come guarire se stesso, e al termine dei suoi giorni chiese di essere cancellato dall’Ordine dei Medici e di voler essere considerato solo un erborista.

Edward Bach morì, felice, il 27 novembre 1936 considerando conclusa la sua missione su questa terra.

dott.ssa Elisa Moro

 

STAR BENE PATTINANDO…….

imagesE’ una delle attività preferite dai bambini; credo non esista una sola persona al mondo che non abbia mai messo ai piedi un paio di pattini….sarà la sensazione di poter andare più veloci, come se ai piedi ci fosse un piccolo motore che ti consente di correre ma senza fare troppa fatica….chi lo sa…sta di fatto che suscitano da sempre un grande interesse tra grandi e piccini.

Forse non tutti sanno che con i pattini a rotelle ai piedi si può anche fare sport vero:  la maggior parte delle persone collega la parola “pattini” al ghiaccio o alle evoluzioni coreografiche dell’artistico ma in pochi, purtroppo, sanno che si può fare dello sport sano, ecologico e, soprattutto, divertente anche con le rotelle ai piedi……….

Sono nell’ambiente del pattinaggio corsa da circa 8 anni, da quando i miei 2 figli mi hanno chiesto di iscriverli a un corso dove avrebbero potuto imparare a migliorare la pattinata, visto che utilizzavano già i rollerblade da autodidatti…….e da lì è iniziata la nostra avventura……..ho scoperto un mondo che non credevo esistesse, fatto di tanta gente che pratica questo sport con una passione a volte oserei dire….commovente, considerando che si tratta di uno sport “povero”, dove vincere una gara significa portare a casa magari un salame, o una maglietta….per i più piccoli qualche caramella….dove se hai la capacità e la bravura da meritarti una convocazione in Nazionale e vinci magari anche un titolo italiano o addirittura europeo o mondiale, porti a casa non una medaglia d’oro o di qualche altro metallo pregiato, ma un semplice fac simile…..questo per dire che dietro alle quinte di questo mondo non ci sono interessi economici tali da invogliare le persone a praticare ma solo passione, pura e semplice passione.

I miei figli, col tempo, hanno iniziato l’attività agonistica, volendo si comincia a gareggiare dagli 8 anni in su e mentre uno, crescendo, ha poi dirottato la sua attenzione verso altri sport, l’altra continua tuttora con la stessa voglia di giocare e di divertirsi dei primi giorni.

Credo sia uno sport molto educativo e utile nell’età evolutiva, per diversi motivi:

  • I bambini imparano a giocare in gruppo e a rispettarsi l’un l’altro, perché devono imparare anche a stare attenti a non ostacolare i compagni, va da sé che, soprattutto quando sono molto piccoli, le cadute e relative sbucciature sono all’ordine del giorno……..ma si rialzano subito con facilità e una rinnovata grinta, soprattutto perché stando in gruppo non vogliono sfigurare di fronte agli altri….e nel mentre imparano a non piangersi addosso……
  • Col tempo, quando cominciano a fare agonismo, vengono inseriti all’interno della squadra, che è composta da atleti di tutte le età, dai bambini di 8 anni fino ad arrivare ad atleti che di anni ne hanno magari 25 o più e che fanno i salti mortali per riuscire a ritagliarsi il tempo per partecipare alle sedute di allenamento……si allenano tutti insieme, maschi e femmine, ovviamente con modalità e carichi diversi…..ma lo stare tutti insieme è di fondamentale importanza per i piccoli e non solo per loro….imparano dai più grandi che a loro volta si comportano da vere “chiocce”, dando loro l’esempio e insegnando loro con pazienza tutti i “segreti” per diventare campioni….i bambini vivono tutto questo come uno stimolo per fare sempre meglio….è bello vedere che nello stesso gruppo si allenano il bambino appena inserito nel gruppo agonistico e il giovane che magari è appena tornato vincitore da un campionato europeo o mondiale….si crea davvero una bella amalgama…..
  • Il fatto che si allenino insieme maschi e femmine è molto importante. In quasi tutti gli sport esistono le squadre maschili e femminili, qui no, sono tutti insieme e crescendo si formano poi dei bei gruppi di amici, soprattutto tra  ragazzi vicini di età, che si frequentano poi regolarmente anche fuori dall’ambito sportivo; forse questa è una delle ragioni per cui non mollano questo sport, perché gli da modo di stare anche in compagnia di persone dell’altro sesso e da una certa età in poi questo è fondamentale……
  • Alle gare possono partecipare tutti gli atleti, dal campione super medagliato al ragazzino che non ha tutto questo gran talento… ma non importa……le gare sono quasi tutte individuali e quindi ognuno di essi ha modo di misurarsi soprattutto con se stesso per vedere se di volta in volta ha migliorato la propria prestazione o meno e anche se non si vince una medaglia va bene lo stesso…..quel che conta è dare il proprio contributo alla squadra che, grazie all’apporto di tutti i suoi atleti, magari riesce anche a vincere qualche bel trofeo…..e ci si sente utili…..

Paola Cerutto

 

Per info

ASD PATTINATORI SAN MAURO

www.pattinatorisanmauro.it

pattinatori.sanmauro@libero.it

 

Come agiscono i Fiori di Bach

FioriBachIl campo su cui maggiormente agiscono i Fiori di Bach è quello dell’emotività e degli stati d’animo, ma certamente come la medicina psicosomatica insegna, la mente non è staccata dal corpo, e ciò che si mostra a livello mentale, ha un significato ed un’influenza anche sul piano fisico.

I segnali che le emozioni danno, sono solo dei segnali precedenti a quelli del corpo, vale a dire i sintomi fisici, perciò osservando e conoscendo l’aspetto emotivo e mentale si può correggere anche ciò che succede nel fisico.

Alla base della floriterapia di Bach è il principio secondo il quale, nella cura di una persona, devono essere prese in considerazione soltanto le sue emozioni e la sua personalità, le quali determinerebbero il sintomo manifesto nel fisico: il singolo fiore sarebbe in grado di dare il via al processo di trasformazione dell’emozione negativa nel suo tratto positivo, con una conseguente scomparsa del sintomo fisico, essendo quest’ultimo ritenuto il disturbo finale di un disagio originatosi a un altro livello, molto più profondo.

Per informazione s’intende un messaggio vibrazionale positivo. Non è un concetto di principi attivi presenti nel fiore da un punto di vista chimico – fisico, ma piuttosto di principi energetici che ogni pianta possiede. I “semplici”, vecchi erboristi dei secoli passati, si basavano proprio sulla forma, sul colore e sulle particolarità di ogni pianta per capire il campo di utilizzo. All’epoca non esistevano laboratori per la ricerca di elementi e sostanze presenti nella pianta, allora l’intuito e la capacità di entrare in contatto con la natura stessa della pianta permettevano di capire a cosa poteva essere utile. Le proprietà delle erbe tramandate dai “semplici” sono poi state confermate dagli attuali studi scientifici.

dott.ssa Elisa Moro

 

Perché Leggere

Kiki-leggeGià. Perché? Perché perdersi nelle pagine di tutti questi libri? E poi, innanzi tutto, perché ne sto leggendo sei contemporaneamente? Non sarebbe più semplice leggerne uno per volta? Ne deriva che…

No, non fatelo,  NON LEGGETE!

Perché, se incominciate a farlo, per caso (o forse perché è un impegno scolastico/universitario) o per noia… se vi imbattete in qualche testo in cui vi riconoscete, che vi incuriosisce o che stuzzica la vostra mente, correte un rischio: quello di sviluppare una dipendenza e di subirne gli effetti collaterali…

Non esageriamo, mi direte, che ci sarà mai da non restarne immuni? Beh, ognuno di noi ha di sicuro un genere da cui si sente attratto. Testi storici, biografie o autobiografie di personaggi famosi, gialli, libri su argomenti scientifici, politica, economia… Anche se i “classici” non entusiasmano tutti, contengono temi universali e personaggi che possono essere specchi in cui ci riconosciamo. E poi romanzi di avventure, saghe, viaggi, leggende, narrativa in genere…

Ecco, è proprio questa la grande funzione del romanzo (ma anche dei racconti): permettere al lettore di ritrovarsi in un personaggio, di rivivere emozioni o propri vissuti e scoprire come tutto quello che ci accade  è già stato vissuto; le nostre difficoltà sono le stesse che possiamo ritrovare anche nelle pagine di narrativa, antica o contemporanea.

Ricordo quando lessi, per la prima volta, la Principessa di Clèves, di Madame de Lafayette, scritto nel 1678, in cui la protagonista (nel titolo), pur innamorata del Duca di Némours, rimarrà fedele al marito, che stima ma non ama, anche dopo la sua morte. Non ne faccio una lezione morale, anzi, in me suscitò un senso di ribellione, come se il carpe diem non potesse mai essere in discussione. E allora, visto che fu scritto nel ‘600, che senso ha, rispetto alle tematiche del mondo moderno? Al giorno d’oggi prendiamo, lasciamo, senza tanti scrupoli, perché fare questioni? D’accordo, ma eventi come questi ne accadono tutti i giorni, tra le persone comuni. E leggerne aiuta a vedere le analogie con propria vita e riflettere.

E che dire della comicità della commedia settecentesca Così va il mondo di W.Congreve, in cui la Signora Millamant accetta di sposare Mirabell solo ponendo le proprie condizioni di libertà e diritti in un esilarante contratto davvero femminista!

Ripenso a come Italo Svevo illustri ironicamente i suoi falsi impegni di smettere di fumare e tutte le sue “ultime sigarette” in La coscienza di Zeno.

In un breve romanzo intitolato Viviane Elisabeth Fauville (Adelphi), l’autrice Julia Deck ricostruisce in modo ingegnoso il percorso della protagonista per superare il crollo del suo matrimonio, destreggiandosi tra la figlia di pochi mesi e un omicidio in cui è coinvolta.

Recentemente è uscito Curarsi con i libri (rimedi letterari per ogni malanno) di E.Berthoud e S. Elderkin (Sellerio), non un manuale semplice, tuttavia  prova come, “A volte è la storia che affascina… A volte un pensiero o un atteggiamento suggeriti da un personaggio che si trova invischiato in un dilemma simile…” (dalla prefazione delle autrici).

Insomma,  un “viaggio in compagnia di uno scrittore”, tanti stimoli per tutti i gusti.

Ornella Cerutti